Mutui a tasso variabile. Buone notizie dalla Banca Europea
Mario Draghi dà una mano ai titolari di un mutuo a tasso variabile. È questo il primo effetto, immediato, della decisione assunta giovedì 7 dal board della Banca centrale europea a Francoforte di lasciare i tassi a zero, e addirittura in negativo (-0,40%) per i depositi bancari, non più fino all’estate 2019 come annunciato in precedenza, ma almeno per l’intero anno. È insomma cambiata quella che in gergo si chiama «forward guidance» nella direzione attesa già da tempo dai mercati finanziari, che da settimane scommettono su un rialzo dei tassi solo dopo il primo trimestre 2020.
Meglio il variabile
L’impatto diretto della decisione della Bce è sul tasso Euribor, che misura il prezzo del denaro a livello interbancario, sul quale sono calcolati gli interessi dei mutui a tasso variabile. Da metà 2015 chi ha sottoscritto un tasso variabile (che è composto dall’euribor più lo spread deciso dalla singola banca) si vede riconoscere uno sconto sulla rata mensile pari al valore negativo dell’Euribor di riferimento (un mese, tre mesi, sei mesi). Questo sconto sugli interessi pagati continuerà adesso ancora a lungo: secondo i future sull’Euribor il tasso dovrebbe tornare a superare l’1% solo fra 5 anni, un dato che potrebbe servire a chi sta pensando di accendere un nuovo mutuo, o a chi vuole surrogare quello esistente, per le valutazioni sul tipo di tasso da scegliere (fisso o variabile).
da il Corriere della Sera